Sito nel chiostro del convento di Santa Chiara, d’impianto quattrocentesco, l’Orto Botanico del Tessile® è stato ideato da Clara Bertolini con Manuel Ramello.
La Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile lo ha realizzato grazie al sostegno del Comune di Chieri e dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del progetto “Un cantiere didattico per Chieri, Città del Tessile”, selezionato fra i vincitori del bando “Luoghi della Cultura” (2017–2019). Questo giardino particolare, dotato di cassoni lignei impermeabilizzati e impianto di irrigazione ad hoc, richiede cura costante, ricerca e valorizzazione – attività promosse dalla Fondazione con l’impegno di volontari, il contributo scientifico di Giulia Perin (artista in residenza che conduce anche visite esperienziali guidate), nonché risorse economiche del Comune di Chieri (maggior sostenitore) e della Regione Piemonte. Arricchito e rinnovato nel 2022 con un progetto a cura di Melanie Zefferino, Claudio Zucca e Giulia Perin prevedendo una migliore fruizione e accessibilità, questo giardino è uno spazio in cui il legame fra tessile e natura si riscopre così come il valore di un fare creativo e sostenibile.
L’Orto Botanico del Tessile si articola idealmente in due sezioni. La prima sezione include piante le cui fibre sono impiegate per la filatura e la tessitura, in particolare il lino (Linum usitatissimum L.), il cotone (Gossypium L.), il banano (Musa L.), la ginestra odorosa (Spartium junceum L.), la canapa comune (Cannabis sativa L.), il ramie (Bohemeria nivea) e l’ortica (Urtica dioica L.), usata anche per la tintura con toni di verde, e l'agave sisalana. Per l’eco-printing si possono impiegare foglie di eucalipto (Eucalyptus pulverulenta Sims), dalle cui fibre cellulosiche – così come avviene per il bambù (Bambuseae) – si ottengono filati di nuova generazione (Tencel e Lyocell®) realizzati con tecnologia ecosostenibile premiata dalla Unione Europea con l’Environmental Award 2000. Altre piante legate al tessilesono ad esempio il gelso (Morus nigra L.), delle cui foglie si nutrono i bachi da seta, il cardo dei lanaioli (Silybum marianum L.), che ne impiegavano il capolino spinoso per cardare fibre e panni, e il cosiddetto “albero della seta” (Asclepias fruticosa L.), una curiosità botanica. Vi sono poi specie come la lavanda (Lavandula officinalis L.) e la salvia (Salvia officinalis L.), da sempre usate per profumare i tessuti o proteggerli da insetti infestanti.
La seconda sezione, più ampia, è dedicata alle piante tintorie – a cominciare da quelle usate per ottenere i toni blu e coltivate per secoli nel territorio chierese, ovvero il gualdo (Isatis tinctoria L.), la persicaria (Persicaria tinctoria Spach), già poligono (Polygonum tinctorium Aiton), il sambuco (Sambucus nigra L.) e l’indigo (Indigofera tinctoria L., Indigofera amblyantha Craib), da cui si ricava anche il verde.
Questo colore si ottiene pure dall’edera (Hedera helix L.), dalla ruta (Ruta graveolens L.) e da alcune piante edibili, incluso il cardo di Chieri (Cynara cardunculus altilis L.).
Per i gialli, primeggiano le specie di impiego tradizionale, in particolare la camomilla dei tintori (Cota tinctoria L.), lo zafferano (Crocus sativus L.), la Reseda luteola L., la Calendula officinalis L., il càrtamo (Carthamus tinctorius L.), l’artemisia, il tanaceto (Tanacetum vulgare L.) e il crespino (Barberis vulgaris L.), ma anche la Curcuma longa L., l’altea nera (Althaea officinalis L., v. nigra), la margherita africana (Dimorphoteca Vaill.), il girasole (Heliantus annuus L.), la Coreopsis tinctoria Nutt. e altre ancora. Tonalità arancio si possono ottenere dal tagete (Tagetes L.), dal rabarbaro (Rheum rhabarbarum L.) e dall’henné (Lawsonia inermis L.).
Per i toni dal rosato al violaceo troviamo la robbia domestica e selvatica (Rubia tinctorum e Rubia peregrina L.), l’Alchemilla vulgaris L., il rovo (Rubus ulmifolius Schott), l’iperico nelle varianti arbustiva ed erbacea (Hypericum), il papavero (Papaver rhoeas L.), il cavolo ornamentale (Brassica oleracea L.), la Phytolacca americana L. e la Alkanna tinctoria (L. – Tausch), quest’ultima un tempo diffusa nel Mediterraneo ma oggi assai rara e qui presente anche nella specie orientale (Alkanna orientalis L.).
Fra le piante da cui si ottengono toni di grigio e il nero, storicamente ricavato dalle noci di galla, troviamo l’iris giallo (Iris pseudacorus L.).
Dal noce (Juglans L.) si ottiene il marrone e tannino da impiegare come mordente, ricavabile anche dalla buccia del melograno (Punica granatum L.) e dalla corteccia di altri alberi.
Primo nel suo genere in Piemonte, l’Orto Botanico del Tessile® è inteso come hortus di bellezza che integri il patrimonio librario della Biblioteca specialistica della Fondazione e si innesti sul percorso espositivo del Museo del Tessile di Chieri.
Nel 2023, dai semi di gualdo (Isatis tinctoria) di piantine fiorite dell'Orto Botanico del Tessile sono nate le piantine destinate all'aiuola che circonda la MACINA DA GUALDO (lascito di Armando Brunetti) che la Fondazione ha donato alla Città di Chieri affinché anche nel nuovo parco urbano, il PaTCh, si preservi la memoria storica della multanime cultura del tessile e delle sue Arti per un futuro all’insegna della creatività, della sostenibilità e dell’armonia con la Natura.